MAURIZIO GODOT VILLANI
ANTROPOLOGIA VISIVA
progetto presentato da
ARTESPRESSIONE
a cura di Matteo Pacini
MIA 2014
MIlan Image Art Fair
23/25 maggio 2015
COMUNICATO STAMPA
La galleria milanese ARTESPRESSIONE di Paula Nora Seegy presenta per l’edizione 2014 di MIA Fair un progetto espositivo, a cura di Matteo Pacini, sull’artista e fotografo MAURIZIO GODOT VILLANI intitolato “ANTROPOLOGIA VISIVA”.
Godot, toscano di adozione, torna alla scena artistica dopo una parentesi di esperienze altre, e riprende a comunicare con racconti fotografici che, pur nella differenza formale e nello sguardo più sofisticato, si riannodano concettualmente ai lavori precedenti.
Attraverso geometrie razionali e rigorose, Godot ordina lo spazio inquadrandolo. Ora, oggetti inanimati di sapore nouveau réaliste assumono significati nuovi, soddisfacendo la tendenza compulsiva dell’autore a cambiare la natura delle cose, scovandone l’ambiguità interpretativa a seconda del punto di vista dal quale le si osserva.
Attraverso il filtro virtuale del medium fotografico, Godot assembla oggetti trovati durante peregrinazioni e viaggi, sciogliendo la fissità dei codici comunicativi e estrapolando il latente surrealismo insito nella realtà quotidiana.
I suoi racconti fotografici, pur sviluppandosi in totale assenza dell’uomo in carne ed ossa, trasudano richiami alla sua costante presenza attraverso le azioni da esso compiute su ambiente e oggetti, di cui Godot, con sottile ironia, ritaglia le forme esaltandole nei loro profili.
“A dispetto della purezza geometrica che Godot celebra nei suoi lavori fotografici, il suo sguardo d'artista è attratto dall'infrazione inattesa. La regolarità formale consegna infatti un oggetto nel suo sembiante, ma lo scarto che vi si aggancia per caso - la ragnatela intorno alla statua del vescovo, la palla intrappolata tra San Nicola e la nicchia, l'apparizione di una colomba nel vuoto di San Galgano - apre a invenzioni narrative che vanno ben oltre il dato. Così, quanto si immagina si sovrappone a ciò che si vede, il limite visivo è sempre superabile e superato”.
Silvia Ferrari Lilienau